top of page

Vivere nell’incertezza: come restare centrati in tempi instabili

  • Immagine del redattore: Maria Elena Basso
    Maria Elena Basso
  • 4 nov
  • Tempo di lettura: 3 min


Guerre che sembrano non finire mai, ma anzi crescono e aumentano in numero e gravità. L’Intelligenza Artificiale che entra silenziosa nelle nostre case e nei nostri lavori, facendoci sentire inutili e limitati. Democrazie che traballano, trasformandosi in qualcosa che fatichiamo a riconoscere e a dare un nome. 

Le vecchie certezze si sono sbriciolate come pane secco.


Siamo onesti: chi non ha provato, negli ultimi tempi, anche solo per un istante, la tentazione di spegnere tutto e rifugiarsi in un casale in campagna a coltivare zucchine?

Mio marito dice che vuole ritirarsi in una baita di montagna; mentre io vorrei andare in un monastero zen solo per praticare il silenzio.


Eppure, l’incertezza non è solo una condizione moderna. È una compagna di viaggio che ha sempre fatto parte dell’esperienza umana.


Un po’ di prospettiva: la storia ce lo insegna


Quando cadde l’Impero Romano, nessuno twittava la notizia, ma l’Europa piombò in un’epoca di smarrimento, violenza e migrazioni forzate. 

Eppure, anche lì qualcosa di buono nacque. Tra quelle rovine, qualcuno iniziò a custodire il ‘sapere’. Pazienti monaci recuperarono testi antichi e pergamene e le trascrissero a mano perché arrivassero fino a noi.

Nel Novecento, due guerre mondiali hanno raso al suolo città e certezze. Ma da quelle macerie è nata una nuova idea di cooperazione globale.Ogni epoca ha avuto il suo “crollo di senso”. E ogni epoca ha avuto chi, in silenzio, ha tenuto accesa una fiammella di umanità e visione.


Il presente che non passa mai


Oggi non è diverso. I giovani faticano a immaginare un futuro. Gli adulti si chiedono se avranno una pensione. Chi investiva con serenità oggi teme di sbagliare anche solo scegliendo un conto corrente.Anche il denaro, un tempo simbolo di stabilità, sembra non parlare più la lingua della sicurezza, ma quella dell’ansia. E mentre la geopolitica ci chiede di schierarci, le fake news e i social ci trascinano in un rumore di fondo costante, dove distinguere ciò che è vero da ciò che è costruito diventa sempre più difficile.


E i social? Spettacolo o specchio?


In un’epoca già segnata da instabilità economica, geopolitica ed esistenziale, anche i social contribuiscono a moltiplicare l’incertezza, forse  più sottile, ma non meno devastante: l’incertezza su di sé. Lo scroll compulsivo di Instagram o TikTok, che dovrebbe distrarci, spesso ci lascia più vuoti.I confronti si fanno insidiosi: loro viaggiano, io no. Loro hanno successo, io arranco. Loro sorridono, io fatico a stare in piedi.L’illusione della “vita perfetta altrui” ci rende inquieti, ci fa sentire sbagliati, indietro, fuori tempo.E così, l’incertezza non è più solo fuori di noi, ma comincia a corrodere anche dentro: sono abbastanza? Sto vivendo davvero? O sto solo mostrando qualcosa?


In una sessione recente, una mia cliente ha portato una riflessione potente: la finzione della sua stessa vita.In tre giorni è andata a New York, senza dormire e senza nemmeno un albergo. L’unico scopo? Fotografarsi per pubblicare immagini perfette sui social.Ma al ritorno, mi ha detto con occhi lucidi: "Non ho vissuto niente. Ho recitato una parte, ma io, in quella scena, non c’ero."Questa non è superficialità. È fragilità travestita da performance. È bisogno di riconoscimento in un tempo che ci fa dubitare continuamente del nostro valore. 


Allora limitare il tempo sui social non è un vezzo da nostalgici, è un gesto di protezione psichica.Disconnettersi, a volte, è l’unico modo per riconnettersi: con ciò che sentiamo, con chi siamo davvero, con le piccole verità che ci aiutano a vivere,  anche nell’incertezza.


5 suggerimenti per abitare l’incertezza con più equilibrio


  1. Studia il passato, ma non per nostalgiaIl passato insegna che dalle crepe possono nascere nuove forme di vita. Il presente ha bisogno della tua lucidità, non della tua rassegnazione.

  2. Costruisci piccole certezze quotidianeUn rituale, una scelta semplice, una decisione sana. È nella micro-stabilità che ritrovi il baricentro.

  3. Allena il pensiero lungoNon puoi controllare tutto, ma puoi scegliere dove investire: nella salute, nelle relazioni vere, in ciò che ti nutre. Anche se oggi non dà dividendi immediati.

  4. Proteggi la tua attenzioneRiduci le fonti di rumore: troppe notizie, troppe opinioni, troppi like. Scegli cosa leggere. Spegni i social quando ti confondono e il cellulare ad un’ora precisa. Rientra in te.La tua mente non è un feed da aggiornare, ma un giardino da coltivare.

  5. Fatti buone domandeNon cercare risposte definitive. Cerca domande che ti aprano. Che cosa mi dà ancora senso? Dove trovo il mio “centro” anche quando tutto attorno cambia?


Viviamo in un tempo che ci costringe a ripensare tutto.Ma forse è anche un tempo che ci invita a essere più umani, più presenti, più selettivi rispetto a ciò che scegliamo di lasciar entrare nelle nostre menti e nei nostri cuori.


Se senti il bisogno di esplorare nuove prospettive, di ritrovare lucidità e spazio interiore, sappi che un confronto è possibile.Con delicatezza, senza soluzioni preconfezionate, ma con ascolto profondo.


Ti aspetto.


 
 
 

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page
Privacy Policy Cookie Policy