L’Arte dell’Impegno Totale: Quando Yoda Incontra la Crescita Personale
- Maria Elena Basso
- 21 set
- Tempo di lettura: 4 min
Stavo leggendo un libro sui segreti della scrittura contemporanea quando mi sono imbattuta in una frase che ha fatto incontrare le mie due anime: quella della scrittrice e quella della coach. La mitica frase di Yoda! Al di là della semplicità linguistica - che ha un impatto fortissimo sulla pagina scritta e quindi sul lettore - mi ha ricordato una me molto giovane quando uscì per la prima volta Star Wars, in fila insieme a un'altra scalmanata ressa di giovanissimi per vedere il mitico film di Lucas. Inutile dire quanto noi ragazzine fossimo rimaste affascinate dal giovane protagonista!
Al di là dei ricordi personali, mi ha colpita per la portata che questa apparentemente semplice frase racchiude in sé, come valore profondo nelle riflessioni del mondo del coaching.
“Fare. O non fare. Non c’è Provare.”
Quando il maestro Jedi pronuncia queste parole a Luke Skywalker, non sta semplicemente
impartendo una lezione di filosofia galattica. Sta rivelando uno dei segreti più profondi della
trasformazione umana, quello che io chiamiamo ‘l’arte dell’impegno totale’.
Il paradosso del “provare”
C’è qualcosa di deliziosamente ironico nel fatto che una delle lezioni più profonde sulla
determinazione ci arrivi da un personaggio alto poco più di sessanta centimetri e con la sintassi di
un traduttore automatico in avaria. Eppure, Yoda ha colto nel segno.
Quando diciamo ‘proverò a fare qualcosa’, stiamo già costruendo la nostra via di fuga. È come se
stessimo preparando un paracadute emotivo per quando le cose si fanno difficili.
‘Proverò a svegliarmi presto’, ‘proverò a mangiare meglio’, ‘proverò a chiamare più spesso mia madre’ –tutte frasi che sanno già di capitolazione anticipata.
Il ‘provare’ è la zona grigia dove le intenzioni vanno a morire con elegante oblio.
La geometria della decisione
Dal punto di vista neuroscientifico, il cervello umano distingue nettamente tra l’energia
dell’intenzione e quella dell’azione. Quando ci impegniamo totalmente in qualcosa, attiviamo
circuiti neurali completamente diversi rispetto a quando ‘proviamo’. È la differenza tra un fiume in
piena e una goccia che cade dal rubinetto.
L’impegno totale non è solo una questione di intensità, ma di qualità dell’attenzione. È come la
differenza tra guardare un tramonto attraverso una finestra appannata e osservarlo direttamente:
tecnicamente stiamo vedendo la stessa cosa, ma l’esperienza è completamente diversa.
L’Eleganza dell’Aut-Aut
C’è qualcosa di profondamente liberatorio nell’abbracciare la logica binaria di Yoda. In un mondo
dove siamo costantemente invitati a ‘trovare il giusto equilibrio’, a non essere troppo rigidi, a
‘procedere un passo alla volta, la radicalità di questo approccio può sembrare quasi scandalosa.
Ma è proprio qui che risiede la sua bellezza: nell’eliminazione del rumore di fondo delle scuse.
Quando togliamo dalla tavola l’opzione del provare, ci ritroviamo di fronte a una scelta cristallina:
voglio davvero questa cosa o no?
Il Coaching del Maestro Verde
Come coach, ho osservato molte volte il momento magico in cui una persona passa dal
‘vorrei’ al ‘farò’. È uno shift quasi fisico, la persona cambia: le spalle si raddrizzano, lo sguardo si fa più fermo, la voce cambia timbro.
Yoda, nel suo essere un coach ante litteram, aveva intuito che la trasformazione più importante
non avviene nell’azione stessa, ma nella decisione che precede l’azione. Luke doveva prima
decidere ‘di essere’ in grado di sollevare l’astronave, non semplicemente di provarci.
La Trappola del Perfezionismo Travestito
Attenzione, però. La filosofia di Yoda non è un invito al perfezionismo mascherato da saggezza
antica. Non si tratta di essere sempre pronti, sempre sicuri, sempre invincibili. Si tratta di
riconoscere che l’impegno totale e il risultato perfetto sono due cose completamente diverse.
Possiamo ‘fare’ con tutto il nostro essere e comunque non riuscire al primo tentativo. Ma c’è una
differenza abissale tra fallire dopo essersi impegnati totalmente e fallire dopo aver ‘provato’. (in questo mi sento molto esperta…)
L’Arte Sottile del Lasciare Andare
Paradossalmente, l’impegno totale richiede anche la capacità di lasciare andare. Non il risultato –
quello lo perseguiamo con tutto noi stessi – ma l’attaccamento ossessivo all’esito. È la differenza
tra stringere un pugno con forza e tenere qualcosa nel palmo aperto ma fermo.
Luke doveva abbandonare la sua convinzione limitante (“è troppo grande”), ma anche il suo
bisogno disperato di riuscire. Doveva semplicemente essere nella possibilità, senza riserve.
## Il Lusso della Chiarezza
In un’epoca di complessità crescente, la saggezza di Yoda ci offre un lusso sempre più raro: la
chiarezza. Non tutti i problemi della vita si possono ridurre a un aut-aut, è vero. Ma quando si
tratta di crescita personale, di trasformazione profonda, di realizzazione dei nostri sogni più
autentici, questa chiarezza diventa non solo utile, ma necessaria.
## Verso la Maestria dell’Impegno
La prossima volta che vi sentite dire “proverò”, fermatevi un momento. Respirate. Chiedetevi: cosa
succederebbe se invece di provare, semplicemente facessi? Non come un atto di forza bruta, ma
come un gesto di profonda fiducia nella vostra capacità di trasformarvi.
Perché in fondo, la vera magia non sta nel sollevare astronavi con la mente. Sta nel riconoscere che
ogni volta che scegliamo il “fare” invece del “provare”, stiamo già sollevando la versione più
pesante di noi stessi: quella che non crede di poterci riuscire.
E questo, cari lettori, è più potente della Forza stessa.
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Che la determinazione sia con voi. Sempre.





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