L'ARTE DEL PRE-BILANCIO
- Maria Elena Basso
- 25 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Come prepararsi mentalmente ai bilanci di fine anno senza l'ansia da performance
Novembre è il mese più sottovalutato dell'anno. Mentre tutti si affannano tra Halloween e preparativi natalizi, novembre se ne sta lì, grigio e contemplativo, sussurrandoci all'orecchio: "Ehi, che ne dici se ci fermiamo un attimo?"
È il momento perfetto per quello che amo chiamare l'arte del pre-bilancio.
Il pre-bilancio non è un bilancio
No, non stiamo parlando di fogli Excel pieni di obiettivi raggiunti o mancati o di to-do-list. Il pre-bilancio è molto più sobrio: è l'arte di guardare l'anno che sta finendo con la stessa delicatezza con cui si sfoglia un libro prezioso e non per giudicare, ma per comprendere quello che abbiamo raggiunto e quello che è rimasto indietro.
La differenza tra osservare e giudicare
Quando facciamo un bilancio tradizionale, spesso diventiamo giudici spietati di noi stessi. "Dovevo fare di più", "Non sono stato/a abbastanza", "L'anno prossimo sarà diverso" (spoiler: probabilmente non sarà così, se partiamo già con quest'ansia).
Il pre-bilancio, invece, è pura osservazione. È come essere spettatori benevoli della propria vita, con un bicchiere di vino in mano e quella curiosità affettuosa che riserviamo agli amici cari.
Le domande giuste (quelle che nessuno ti fa)
Invece di chiederti "Cosa ho realizzato?", prova con:
"Cosa ho imparato su di me che non sapevo a gennaio?"
"Quali piccole cose mi hanno dato gioia inaspettata?"
"In cosa sono diventata più coraggioso/a, anche se nessuno l'ha notato?"
"Quali 'errori' si sono rivelati benedizioni travestite?"
Quando i numeri non bastano
C'è qualcosa di profondamente pragmatico nell'accettare che non tutto deve essere un successo misurabile (mi perdoneranno gli appassionati di KPI). Alcuni progetti li avviamo per testare noi stessi, le nostre capacità, o il mercato, altri lo faranno per costruire relazioni più fruttuose tra tre anni.
Il pregio del pre-bilancio è che ci permette di riconoscere anche i "fallimenti" strategici. Quel cliente che hai preso? Ti ha insegnato a fare preventivi migliori o migliori valutazioni. Quel progetto che si è arenato? Ti ha fatto capire che tipo di collaborazioni non vuoi più e a scegliere meglio ciò a cui vuoi dedicare il tuo tempo.
A volte lo dobbiamo ammettere: i breakthrough più significativi del nostro business sono arrivati da direzioni che non avevamo pianificato.
Il regalo più prezioso che puoi farti
Quest'anno, prima che arrivi la frenesia delle liste dei buoni propositi, regalati un novembre di gentilezza verso te stesso/a.
Prepara il terreno emotivo per un vero bilancio, quello che nutre invece di ferire, quello che ispira invece di deprimere, quello che guarda a ciò che c’è e non solo a ciò che manca.
Perché la verità è questa: se non impari ad essere lil/a migliore amico/a di te stesso/a a novembre, gennaio sarà solo un altro mese di promesse che ti faranno sentire inadeguato/a.
Allora il pre-bilancio non è prepararsi a giudicarsi. È prepararsi ad amarsi abbastanza da voler crescere ancora.




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